L'esigenza di far fronte al fabbisogno di alloggi per ceti sociali deboli nacque con l'unificazione dell'Italia, sotto la spinta dell'industrializzazione e dell'inurbamento.
Da un'iniziativa di Luigi Luzzatti, agli inizi del Novecento, venne la risposta a favorire la realizzazione di abitazioni "economiche". Fra i soggetti attuatori comparivano gli "istituti autonomi", definiti dallo stesso Luzzatti, nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge, come "un termine medio fra la municipalizzazione e la libera iniziativa privata, tiene della municipalizzazione il carattere di ente pubblico, possiede d'altra parte la flessibile indipendenza che gli deriva dalla libertà delle operazioni".
Nell'atto di fondazione dello IACP si legge: "l'anno 1922 lì 21 gennaio giorno di sabato. In Pavia, nel Palazzo di Città sito sulla piazza del Municipio n. 2 [... ] Il locale on. Consiglio Comunale con verbale lo testè decorso Ottobre deliberava di fondare in Pavía un Istituto autonomo per le Case Popolari ai sensi e per gli effetti del Regio Decreto-Legge, testo unico, 30 Novembre 1919 n. 2318 [...] determinava il relativo Capitale iniziale di Lire 125.000 [... ]".
I fondatori risultano: il Comune di Pavia, la Banca Popolare Agricola Commerciale di Pavia con Lire 20.000, la Società "La Viscosa" con Lire 30.000, la Banca di Credito Pavese con Lire 5.000.
L’istituto nasce dunque con competenza comunale e con forte componente privata, costituita dalla presenza di due banche e di un'industria.
Con la legge regionale n. 13 dei 1996 lo IACP è stato trasformato in ALER (Azienda Lombarda per l'Edilizia Residenziale) e cioè da ente pubblico non economico a ente pubblico economico.
Inalterate le finalità: soddisfare il fabbisogno di edilizia residenziale pubblica.